Capsule, slow fashion e must have sono termini tipici che fanno parte del glossario della moda e che chiunque opera in questo settore deve conoscere. Nel dizionario della moda c’è un altro termine molto gettonato ma sul quale non ci si sofferma spesso a dovere: il pret a porter. Il termine è francese e letteralmente significa “pronto da portare”. Ma cosa si intende per pret a porter?
Con questo termine si fa riferimento a quegli abiti realizzati non su misura per un solo cliente, ma prodotti in serie e venduti in taglie standard e quindi pronti per essere indossati senza passare per le “cure” di un sarto. Il pret a porter in tale ottica si contrappone all’haute couture, una differenza che approfondiamo nei seguenti paragrafi.
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Cosa si intende per pret a porter: la storia e l’evoluzione
Pur essendo un termine di origini francesi, in realtà il pret a porter si sviluppa negli Stati Uniti nel 1948, gli anni del dopoguerra. Bisognava ottimizzare al massimo le risorse a disposizione, considerando il periodo di austerity imposto dal dopoguerra e la carenza di tessili. Inoltre stavano cambiando in termini di abbigliamento le esigenze lavorative delle persone, che dovevano indossare capi eleganti ma non troppo costosi, come lo erano invece gli abiti sartoriali.
Si fece largo così il pret a porter, cioè il passaggio dalla sartoria artigianale all’industrializzazione del tessile. Poche persone potevano permettersi abiti sartoriali su misura e così la moda, sempre pronta ad evolversi in base alle mutate esigenze socio-politico-finanziarie, ha avviato la produzione di abiti in serie. Oggi ad esempio, alla luce di una nuova austerity dettata dalla crisi post-Covid e dalle varie guerre che hanno fatto impennare i costi delle materie prime, si è diffusa la tecnica dell’up-cycling, cioè l’arte di riutilizzare gli abiti usati. Molte case di moda hanno abbracciato il pret a porter, lasciando l’alta moda come una vetrina delle capacità tecniche e creative del brand.
A suo tempo fu una vera rivoluzione anche da un punto di vista industriale: i modelli venivano studiati affinché il lavoro venisse suddiviso tra i vari dipendenti, che potevano confezionare il capo in pochi minuti ottimizzando anche i tempi di lavorazione.
In Italia il pret a porter in un certo senso fu rivisitato: piuttosto che usare grandi unità produttive con l’impiego di centinaia di dipendenti e di impianti di taglio automatico e ampi magazzini, fu applicato il concetto opposto. In pratica piccole aziende basate sulla terziarizzazione delle singole fasi produttive soddisfacevano in poco tempo le esigenze del mercato, riducendo comunque il rischio di invenduto. Questa struttura è stata ribattezzata pronto moda.
Qual è la differenza tra haute couture e pret a porter?
Eccoci arrivati alla differenza tra haute couture e pret a porter che è importante conoscere per chi lavora in questo settore. L’haute couture indica abiti e collezioni di lusso che fanno parte dell’alta moda e che in genere vengono realizzati su misura da un couturier, cioè un sarto creativo.
L’haute couture fa riferimento per l’appunto all’alta moda, che sfoggia le sue collezioni di nicchia caratterizzate da elevatissimi costi, sulle passerelle più importanti della moda. Le principali collezioni dell’haute couture vengono presentate agli appuntamenti più importanti della Fashion Week: da Londra a Parigi, passando per Milano e New York. Queste collezioni sono riservate ad un ristretto pubblico, altospendente e amante del lusso
Il pret a porter invece prevede la realizzazione di abiti o collezioni, da parte di sarti famosi o meno, che vengono poi riprodotti su ampia scala per soddisfare le esigenze di un pubblico di massa. L’obiettivo finale è creare una serie di abiti che fanno tendenza e che diventano dei veri e propri “must have”, a prezzi competitivi e quindi accessibili per tutti.
I vantaggi
Il pret a porter ha indubbiamente rivoluzionato la moda e ha permesso a chiunque, anche alle persone con un reddito medio, di acquistare capi must have di buona qualità. Gli stessi e-commerce e i negozi di moda hanno tratto beneficio dall’avvento del pret a porter, poiché hanno potuto ampliare in modo significativo il target di pubblico al quale rivolgersi. Non tutti i negozi e gli e-shop possono vendere abiti di lusso, anzi, a dire il vero sono pochi a poterlo fare.
I prezzi ai quali vengono venduti capi comunque eleganti e di buona qualità sono concorrenziali e la moda sta guardando con attenzione crescente alle nuove forme di produzione etiche e sostenibili. Molti materiali vengono infatti riciclati, garantendo un minor impatto ambientale e riducendo in modo significativo i costi di produzione e quindi i prezzi finali.
C’è così molta più scelta per i clienti finali, dal momento che diversi brand offrono taglie molto assortite, anche maxi. Ci sono poi collezioni specifiche realizzate per le cosiddette donne “curvy”, che possono scegliere tra capi d’abbigliamento per taglie extra-large e maxi, e accessori personalizzabili secondo le proprie specifiche esigenze.
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