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Cos’è il brushing scam, la truffa che corre online e che interessa gli e-commerce

Hai mai ricevuto un pacco mai ordinato? Potresti essere vittima di brushing scam. Scopri come funziona questa truffa sempre più diffusa, quali rischi comporta per clienti ed e-commerce onesti, e come proteggerti informando e rassicurando i tuoi utenti con strumenti di sicurezza e consapevolezza digitale.

Tempo di lettura: 3 minuti

Le truffe online sono purtroppo una piaga per chi fa commercio sul web che probabilmente non sarà mai debellata. Creano danni incalcolabili ai clienti e agli e-commerce, perciò è importante garantire ai consumatori un’esperienza d’acquisto sicura e gradevole per evitare il pericoloso fenomeno dei carrelli abbandonati. Tuttavia si possono adottare delle contromisure specifiche quanto meno per contenere i danni. Per combattere il proprio nemico bisogna innanzitutto conoscerlo, recitava un vecchio detto del filosofo cinese Laozi, quindi è opportuno capire quali sono le principali truffe online. In questo momento una delle più gettonate è il brushing scam, in auge da 2-3 anni, che sta trovando terreno fertile nell’online. Ma cos’è il brushing scam? Come funziona? E come difendersi?

In realtà il brushing scam riguarda principalmente i consumatori e tocca solo di striscio gli e-commerce. Paradossalmente però sono proprio gli e-commerce che lavorano onestamente a pagare il conto più salato, in quanto si vedono scavalcati da competitor che con mezzi truffaldini migliorano la loro reputazione sul web che è fondamentale quanto la visibilità.

Cos’è il brushing scam e in cosa consiste

Il brushing scam funziona così: una persona riceve un pacco da una piattaforma generalmente nota, come Amazon o Ebay, senza aver ordinato nulla. Chi riceve il pacco non ha l’obbligo legale di restituirlo, quindi decide spesso di tenerlo. Tra l’altro il pacco di solito contiene materiale di modesto valore e, in alcuni casi, il contenuto non corrisponde neanche all’etichetta stampata.

La piattaforma dalla quale è stata spedito il pacco registra la spedizione come “andata a buon fine” e i truffatori che hanno effettuato la spedizione vengono autorizzati a scrivere una falsa recensione negativa.

Perché lo fanno? Perché in questo modo hanno la possibilità di scrivere decine di recensioni positive, chiaramente false, vedendo così aumentare la loro reputazione. Gli acquirenti quindi, al momento dell’acquisto, si fidano di quel venditore poiché hanno diverse recensioni positive.

I danni per i consumatori e per gli e-commerce

Apparentemente è una pratica che non danneggia nessuno, ma in realtà non è così. Anzi, sia i consumatori che gli e-commerce devono prestare molta attenzione poiché i rischi che si celano dietro queste truffe sono alte.

L’acquirente deve preoccuparsi per due motivi. Tutti i clienti che acquistano da quel rivenditore lo fanno perché ingannati dalle finte recensioni positive, quindi non c’è certezza che sia effettivamente affidabile. Anche chi riceve il pacco, un domani, potrebbe acquistare da un venditore che ha scalato posizioni nel rating solo grazie alle finte recensioni.

Inoltre chi ha effettuato la truffa conosce i dati sensibili degli utenti, come nome, cognome, indirizzo, email ecc. usati per iscriversi alla piattaforma con un account fake. Questi dati sono stati chiaramente rubati e un domani potrebbero essere usati per compiere truffe ancora più gravi e pericolose.

Gli stessi e-commerce dovrebbero aprire gli occhi, poiché questa situazione li danneggia anche se indirettamente. Ormai tantissime aziende hanno capito che conviene vendere online su Amazon o su altri grandi marketplace, soprattutto per chi ha un negozio fisico e non vuole aprirne uno online.

Chi lavora onestamente riceve recensioni reali e non “gonfiate” da finte spedizioni. Il loro impegno rischia però di andare in fumo, poiché queste aziende vengono surclassate dai truffatori che collezionano decine e decine di recensioni positive, tutte false.

Il confronto è impari e non si gioca su un terreno neutrale. Ecco perché bisogna educare i propri clienti e i consumatori in generale a diffidare di pacchi anonimi arrivati a proprio nome e mai ordinati.

Come difendersi dal brushing scam?

Gli e-commerce non vengono coinvolti direttamente in questa truffa, ma ne pagano ugualmente le conseguenze. Ecco perché sul proprio sito, blog o pagine social, oltre a promuovere i propri prodotti, è consigliabile dedicare un po’ di spazio ad informare i consumatori sui rischi rappresentati da questa tipologia di truffa.

Invita i tuoi clienti ad utilizzare password di accesso lunghe ed efficaci, zeppe di simboli e numeri, evitando le date di compleanno o i nomi dei propri animali che sono facilmente decifrabili. Se si riceve un pacco mai ordinato bisogna subito farlo presente alla piattaforma e cambiare le password dei propri accessi, soprattutto quelle delle carte di credito o delle prepagate. A proposito di password, sarebbe sicuramente preferibile utilizzare password diverse.

Un altro buon consiglio è quello di utilizzare pc “puliti” e sicuri, evitando connessioni wi-fi pubbliche dove hacker e truffatori possono intrufolarsi più facilmente.

Se i siti non sono affidabili gli utenti non dovrebbero iscriversi e in ogni caso è opportuno verificare la loro reputazione. Per rassicurare i tuoi clienti sulla sicurezza del tuo sito web dovresti usare una connessione HTTPS (quella che contiene un lucchetto accanto alla barra degli indirizzi o in fondo alla pagina del browser) e rispettare la GDPR sui dati personali.

Se è disponibile va sicuramente utilizzata l’autenticazione a due fattori, che prevede l’inserimento della password e di un codice inviato via email. Infine per operazioni piuttosto delicate, che prevedono l’inserimento di dati sensibili, è fortemente consigliato utilizzare un computer non condiviso.

Foto: Pixabay

Francesco Ferrara
Francesco Ferrara
Copywriter e giornalista pubblicista, mi occupo della stesura di articoli relativi al marketing ed alla gestione dei negozi e siti online per negozianti, argomenti sui quali ho maturato una lunga esperienza sul campo con corsi, ricerche e studi specifici.

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